Mantenere la disciplina e seguire i trattamenti secondo le indicazioni del medico non è sempre facile: dopo aver affrontato un periodo faticoso, si ha voglia di lasciarsi tutto alle spalle e non pensarci. Ma nel caso di tumore al seno l’aderenza terapeutica è fondamentale per proteggere la propria salute e il proprio futuro, perché la terapia ormonale, se correttamente assunta, può ridurre il rischio di ritorno della malattia del 40% e valorizzare l’efficacia delle cure.

Per questo nasce The Life Button: una campagna di informazione che prende vita in un piccolo oggetto che è sempre con te, un bottone. Rosa e rotondo, come il seno. Vicino al corpo, simbolo di connessione con te stessa e con tutte le altre donne che affrontano questa sfida.
Un promemoria che ti ricorda con delicatezza:
“Un giorno dopo l’altro. Ne vale la pena. Non perdere il filo delle cure. Io ci sono.”

A lanciare l’iniziativa è un video emotivo, in cui la voce di una donna racconta come un semplice bottone
possa trasformarsi in uno strumento di consapevolezza e determinazione.
Perché la promessa è quella di non fermarsi, e continuare a prendersi cura di sé.
Scopri anche tu l’importanza dell’aderenza terapeutica nel tumore al seno e parlane subito
con il tuo medico.

Fonte
Associazione Italiana Oncologia Medica. Tumore del seno. Come migliorare l’aderenza alla terapia. https://www.fondazioneaiom.it/wp-content/uploads/2024/11/2024_Opuscolo-aderenza-tumore-seno.pdf

Sul retro dei bottoni sono riportate frasi motivazionali di empowerment per le pazienti e i loro caregiver:
Con il patrocinio di

ADERENZA TERAPEUTICA

L'ADERENZA AL TRATTAMENTO

Probabilmente ti sarà stato prospettato un percorso di cure che potrebbe richiedere l’assunzione di terapie a casa per un tempo anche abbastanza lungo. Questo non deve scoraggiarti, né demotivarti!

Ebbene sì! Seguire le indicazioni del tuo medico correttamente è una condizione necessaria affinché la terapia oncologica possa dare il massimo beneficio e avere il suo effetto terapeutico.

Sappiamo che questo non è sempre facile, che talvolta gli effetti collaterali, la stanchezza, lo scoraggiamento, potrebbero indurti a pensare di voler interrompere la terapia prima del tempo o a prenderne una dose ridotta o a saltare un’assunzione.

L’ALIMENTAZIONE1

Seguire una corretta e sana alimentazione costituisce non soltanto uno dei migliori modi per prevenire l’insorgenza di molti tipi di tumore, ma è anche una delle più efficaci strategie per migliorare la tua qualità di vita e ottimizzare l’efficacia delle terapie oncologiche. Ecco una serie di raccomandazioni per una corretta alimentazione.

  • Basa la tua alimentazione sull’assunzione di cibi di origine prevalentemente vegetale, con la più ampia varietà di cereali integrali, legumi (ad esempio, fagioli, lenticchie, ceci, piselli, fave), verdura, frutta, grassi mono-insaturi o poli-insaturi di origine vegetale (ad esempio olive, olio extravergine di oliva, semi vegetali) o animale (ad esempio grassi del pesce azzurro, o di pesci di mari freddi).
  • Evita il consumo di bevande zuccherate, che costituiscono una delle principali cause di sovrappeso e obesità.
  • Limita o evita il consumo di cibi ad alta densità calorica, in particolare di alimenti processati, ricchi di grassi e zuccheri, come snack, dolci di pasticceria, dessert.
  • Riduci o evita il consumo di bevande alcoliche.
  • Limita il consumo di carni rosse ed evita il consumo di carni conservate.
  • Evita di assumere regolarmente supplementi alimentari (integratori), cioè cibi o nutrienti in quantità eccessive rispetto a quelle raccomandate (ad esempio vitamine).

L’ESERCIZIO FISICO3

Passiamo ora a movimentare la tua giornata! Lo sapevi che il regolare esercizio fisico può impattare positivamente sulla qualità di vita in donne che, come te, hanno ricevuto una diagnosi di tumore al seno? Praticare regolarmente esercizio fisico può aiutarti a:
  • Ridurre il rischio di sviluppare sovrappeso e obesità, se al momento della diagnosi avevi un peso ottimale. Infatti, l’incremento di peso durante le terapie oncologiche si associa a un aumentato rischio di recidiva dello stesso.
  • Perdere peso, se al momento della diagnosi ti trovavi già in una situazione di sovrappeso o obesità. Infatti, in queste circostanze la perdita di peso riduce il rischio di recidiva.
  • Migliorare le funzioni metaboliche generali, riducendo ad esempio i livelli di zuccheri (glicemia) e di grassi (trigliceridi, colesterolo) nel sangue; tali effetti metabolici positivi possono contrastare gli effetti metabolici negativi di alcuni farmaci ampiamente utilizzati nel trattamento adiuvante o metastatico del tumore al seno, (come gli inibitori dell’aromatasi, che alterano il metabolismo di zuccheri e grassi).

BUONE ABITUDINI2

Le buone abitudini partono dalla consapevolezza, pertanto vogliamo che tu conosca i motivi che sono alla base di queste raccomandazioni. Seguire una dieta sana e bilanciata volta a prevenire l’obesità e le disfunzioni metaboliche può aiutarti a:
  • Ridurre il rischio che il tumore al seno, che è stato rimosso chirurgicamente, possa ripresentarsi. Una sana alimentazione, specie se associata alla pratica di esercizio fisico regolare, previene sovrappeso e obesità, che sono associati a un incremento del rischio di recidiva del tumore.
  • Ridurre il rischio che nuovi tumori, al seno o in altri organi, si sviluppino nel corso degli anni. L’obesità è associata allo sviluppo di almeno 12 tipi di tumore, tra cui esofago, stomaco, colon-retto, fegato, pancreas, colecisti, seno, utero, ovaie, prostata, tiroide, rene, meningiomi e alcuni tipi di leucemie.
  • Migliorare la qualità della vita e la tollerabilità dei trattamenti oncologici, tra cui la chemioterapia e le terapie anti-ormonali, da sole o in associazione ai farmaci biologici.
  • Avere un impatto globalmente positivo sulla tua salute, prevenendo malattie a carico di organi vitali, come il cuore, il cervello, il rene e il fegato.
Considerando che, con le cure disponibili, la maggior parte delle donne con diagnosi di tumore al seno guarisce in modo definitivo, adottare stili di vita sani aumenta globalmente le tue possibilità di vivere più a lungo e in salute.

QUALITà DI VITA

DISTURBI DEL SONNO

Le terapie che assumi potrebbero farti sperimentare dei disturbi del sonno. I più comuni sono:

Insonnia

Alterazione del ciclo
sonno-veglia

Cosa sono i disturbi del sonno?

L’insonnia può manifestarsi con la difficoltà ad addormentarsi, a dormire in modo continuativo o a dormire a sufficienza. I disturbi del ciclo sonno-veglia sono caratterizzati dall’impossibilità di addormentarsi e/o svegliarsi al momento giusto. Questo potrebbe portarti a soffrire di sonnolenza diurna, difficoltà di concentrazione e soffrire con più facilità di depressione o irritabilità.

Come mi accorgo di soffrire di disturbi del sonno?

  • Faccio fatica ad addormentarmi quando mi metto a letto.
  • Ravviso sonnolenza di giorno.
  • Mi sveglio al mattino presto (prima delle sei) e non riesco più a riaddormentarmi.
  • Mi risveglio più volte durante la notte.

Cosa posso fare?

è importante riconoscere i primi campanelli d’allarme
e rivolgerti al tuo medico, che saprà come aiutarti.

Il consiglio per te:

Lo sapevi che il trattamento dei disturbi del sonno prevede diversi approcci senza necessariamente dover ricorrere a farmaci?
Ad esempio la terapia cognitivo comportamentale, che mira a una rieducazione dello stile di vita e delle abitudini del sonno, lo yoga e l’agopuntura.
Chiedi al tuo medico curante!

NAUSEA, VOMITO E DIARREA

Come riconosco i sintomi della nausea?

La nausea si presenta con sintomatologie variabili:
  • fastidio allo stomaco e disgusto per il cibo
  • sensazione di vomito imminente
  • conati, eruttazioni, aumentata salivazione
  • sudorazione fredda
Considerando che, con le cure disponibili, la maggior parte delle donne con diagnosi di tumore al seno guarisce in modo definitivo, adottare stili di vita sani aumenta globalmente le tue possibilità di vivere più a lungo e in salute.

Che cos’è il vomito?

Il vomito è un atto riflesso che comporta la fuoriuscita del contenuto dello stomaco attraverso la bocca.
Cosa posso fare?
  • Mantieniti idratata, bevi piccoli sorsi di acqua o di soluzioni reidratanti (es. brodo, minestre, tisane, bevande sportive).
  • Mangia piccole quantità di cibo quando ti senti meglio.
  • Assumi farmaci anti-vomito come da prescrizione del tuo medico.
  • Applica gli stessi consigli nutrizionali già descritti per la nausea.

Il consiglio per te:

Evita di mangiare o bere immediatamente
dopo un episodio di vomito.

Quando contattare il medico?

Contatta il medico se il vomito è persistente
e non si allevia con i farmaci prescritti.

Che cos’è la diarrea?4,5

La diarrea è un disturbo gastrointestinale caratterizzato da una aumentata quantità e/o frequenza delle evacuazioni delle feci, che si presentano meno formate e/o liquide.
Come mi accorgo di avere diarrea?
Ti accorgi di avere diarrea quando si verificano 2 o più emissioni di feci nell’arco di 4 ore consecutive. Potresti anche avere crampi e/o gonfiore addominale concomitanti.

Cosa posso fare subito in caso di diarrea? In corso di terapie oncologiche è di fondamentale importanza monitorare la consistenza delle feci e la frequenza delle evacuazioni e, ai primi segni di diarrea, assumere farmaci antidiarroici (più comunemente la loperamide) in accordo con il tuo medico. Loperamide 2 mg: 2 compresse dopo la prima scarica diarroica. Loperamide: ulteriori 2 mg (una compressa) dopo ogni ulteriore evacuazione, e comunque non prima di un’ora dalla precedente assunzione, e in ogni caso non oltre un numero massimo di 8 compresse da 2 mg al giorno.

Monitora il numero di scariche

Se sono almeno 7-8 in 24 ore, si tratta di diarrea severa e serve l’intervento del medico!

Sempre utile!

Queste stesse indicazioni nutrizionali potrebbero essere messe in pratica anche in assenza di diarrea, qualora tu stia iniziando un trattamento con un farmaco oncologico che potrebbe causarla, se segnalato dal tuo oncologo.

Durante i giorni in cui si hanno scariche di diarrea, è raccomandabile:
Assumere una quantità adeguata di liquidi, almeno 2 litri di acqua al giorno, ma anche quantità significativamente maggiori in caso di diarrea di grado severo o perdurante da più giorni, oppure in caso di altre possibili cause di disidratazione, come temperature elevate e alta sudorazione.
Reintegrare sali minerali (ad es. integratori a base di potassio e magnesio) in caso di diarrea di grado severo e/o che dura da più giorni.
Ridurre significativamente o evitare (in caso di diarrea severa) l’introito di cibi o bevande a elevato contenuto di fibre vegetali, come ad esempio legumi, cereali integrali, verdure a foglia larga, frutta secca e semi vegetali. Allo stesso modo, andrebbero limitati o evitati cibi e bevande in grado di causare infiammazione dell’intestino o di accelerarne la motilità, come cibi contenenti lattosio, caffè e tè, cibi fritti o speziati, alcool, gomme, caramelle o bevande contenenti zuccheri semplici o zuccheri non digeribili (“senza zucchero”).

Quando devo contattare il mio medico?
Se il numero di evacuazioni è superiore a 4 per più di 24 ore, o se il numero di evacuazioni è superiore a 7 in un solo giorno (diarrea di grado severo), nonostante l’assunzione di farmaci antidiarroici, contatta immediatamente il tuo medico, che saprà come aiutarti!

FATIGUE

Che cos’è la fatigue?

La fatigue (termine inglese che significa stanchezza, astenia) racchiude l’insieme di una sintomatologia percepita dal paziente, debilitante e limitante nelle attività quotidiane.

È particolarmente frequente, spesso non attenzionata in corso di terapia, nonostante in più della metà dei casi comporti una notevole limitazione delle abitudini lavorative, fisiche e sociali.

La fatigue può essere:
  • Acuta: l’organismo riesce a recuperare le forze con un adeguato periodo di riposo e/o reintegrando le energie consumate.
  • Cronica: l’organismo non riesce a recuperare le forze né con il riposo né con terapie di supporto.

Come riconosco di soffrire di fatigue?

  • a livello fisico impedendo o riducendo la possibilità di svolgere le normali attività quotidiane e aumentando la necessità di intervalli più lunghi di riposo o di dormire.
  • a livello psicosociale riducendo le normali capacità di concentrarsi sul lavoro o limitando le capacità mnemoniche, con frequenti sensazioni spiacevoli di tristezza, frustrazione, disinteresse e difficoltà a provare sentimenti di affetto.

Quando riferirlo al medico?

L’oncologo curante valuterà se provi stanchezza, e quanta. Talvolta però può capitare che si dimentichi di domandarlo, soprattutto se la priorità in quel momento è la gestione di altri effeti collaterali acuti, il controllo del dolore o il passaggio ad una nuova terapia.

Non esitare ad affrontare il discorso sulla fatigue.

Va fatto presente se si ha l’impressione che i disturbi vengano in qualche modo sottovalutati o se non regrediscono dopo aver preso le dovute accortezze e aver fatto i necessari approfondimenti clinico-strumentali.

Cosa posso fare?

È importante capire di soffrire di fatigue, e riconoscere che questa è un sintomo legato alla situazione oncologica e che può essere trattata così come tutti gli altri sintomi.

  • Monitora la tua sensazione di fatigue con un diario specifico. Riporta i cambiamenti percepiti in modo da poter tarare le attività da svolgere nella giornata in base alle tue energie.
  • Coinvolgi, laddove possibile, il partner, i figli, i familiari, i colleghi, e più in generale le persone vicine nella gestione della casa o del lavoro.
  • Riorganizza la tua routine: le tue energie vanno riorganizzate, rimodulate e accettate. L’organizzazione domestica e lavorativa va quindi rimodulata in base alle tue capacità gestionali di questo momento. Ad esempio può risultare utile fare poco ogni giorno, piuttosto che tutto in un solo giorno. Oppure richiedere un part-time al lavoro, o perché no, un aiuto psicologico poiché capire e accettare i tuoi limiti (seppur momentanei) può essere duro sotto il profilo psichico.

MANIFESTAZIONI CUTANEE

Cosa sono le manifestazioni cutanee?

I trattamenti oncologici possono danneggiare la cute, rendendola più sottile, fragile e irritata, priva della naturale barriera protettiva. Questo avviene poiché l’epidermide è un tessuto a rapida riproduzione, ma le cure oncologiche rallentano la sua capacità rigenerativa.
Fra le manifestazioni cutanee che i farmaci oncologici possono causare ci sono:
  • alopecia
  • prurito
  • sindrome mani-piedi con edema gonfiore e rossore delle estremità
  • dermatiti immunomediate come la vitiligine (zone cutanee più chiare)
  • rash cutanei di tipo bollicine maculo-papulare (come alcune malattie esantematiche dei bambini) o lesioni simil eczematose (zone di pelle arrosata, desquamata)

Cosa posso fare?

Prepara la pelle ad affrontare le terapie nella migliore condizione possibile!

Prima di iniziare un trattamento oncologico, è bene curare e risolvere le eventuali problematiche cutanee già presenti.

Nel corso del trattamento, invece, è importante fare attenzione alla detersione quotidiana: per salvaguardare la naturale barriera cutanea, utilizzare detergenti delicati e poco schiumogeni (come le emulsioni acqua/olio) privi di alcol e profumo, senza parabeni né tensioattivi aggressivi o metalli pesanti.

Evita l’esposizione al sole e usa creme anti-solari con fattore di protezione elevato (SPF 50). Preferisci l’uso di abiti non aderenti, in tessuti naturali come cotone, lino o seta e utilizza creme idratanti e lenitive di qualità.

Quando contattare il medico?
Se riconosci cambiamenti sulla tua cute (ad esempio la comparsa di bolle, rash maculo-papulare, pustole, prurito o ulcerazioni) rivolgiti al tuo medico che potrà prescriverti una terapia mirata ed eventualmente sospendere temporaneamente o modificare il trattamento oncologico attivo che stai assumendo.

ALTERAZIONI DELL’UMORE

Vogliamo che tu sappia che circa una paziente su tre in corso di terapia ormonale sviluppa alterazioni dell’umore, e fino a due pazienti guarite su tre soffrono di sintomi depressivi.

L’influenza che la malattia oncologica esercita sulla sfera emotiva rende i sintomi non necessariamente associati alla terapia, e questa parziale “sovrapposizione” può rendere più difficile la gestione.

Come riconosco di soffrire di alterazione dell’umore?

Potresti ritrovarti a provare:
  • tendenza alla malinconia
  • ansia
  • disturbi della memoria
  • cali di attenzione e disinteresse verso le attività quotidiane o gli interessi precedenti

Possono manifestarsi inoltre sintomi riconducibili alla sfera fisica, come astenia, dolori muscolari e articolari, disturbi alimentari e alterazioni del ritmo del sonno (sia insonnia che ipersonnia).

Cosa posso fare?

Se manifesti qualcuno di questi sintomi, parlane con il tuo medico in modo che possa indirizzarti a uno psicologo con esperienza nella gestione di problemi emotivi nelle donne con tumore della mammella in terapia ormonale. Potrebbe anche aiutarti a entrare in un gruppo di sostegno che lavora per garantire cure tempestive e informazioni adeguate.

La ricerca scientifica ha dimostrato inoltre come sia l’attività fisica che alcune pratiche meditative (quali mindfulness e yoga) siano di grande utilità per affrontare disturbi di ansia e depressione. In alcuni casi, l’agopuntura e altre tecniche di rilassamento possono dare un ulteriore beneficio nella gestione della problematica.

ALTERAZIONI DELLA SFERA SESSUALE

La terapia che stai assumendo può comportare un calo del livello di ormoni sessuali, e questo è responsabile di disturbi a carico dell’apparato genitale femminile e alterazioni della sfera sessuale. Tali disturbi sono legati sia all’effetto diretto della terapia ormonale sulla funzionalità sessuale a livello neurologico e genitale, sia alla comparsa o peggioramento dei sintomi menopausali (qualora venga indotta una menopausa farmacologicamente).
La sindrome genito-urinaria può includere:
  • sintomi genitali (secchezza, bruciore, irritazione)
  • sintomi sessuali (mancanza di lubrificazione, discomfort o dolore)
  • sintomi urinari (urgenza, disuria, infezioni urinarie ricorrenti)
Come mi accorgo di soffrire di disturbi della sfera sessuale? Potresti avere:
  • secchezza vaginale
  • dolore durante i rapporti, con conseguente insoddisfazione fisica e impossibilità di portare a termine il rapporto
  • calo del desiderio sessuale

Inoltre, anche la menopausa farmacologica potrebbe portarti altri disturbi, che si sommano ai precedenti, come le vampate di calore, i dolori muscolari o le alterazioni del tono dell’umore. Questi sintomi, che sono gli stessi di cui soffrono tutte le donne che vanno in menopausa, sono più marcati quando la menopausa non è naturale ma viene indotta farmacologicamente e possono concorrere al peggioramento della problematica.

Cosa posso fare?6
Non lasciare spazio a un eventuale imbarazzo e parlane con il tuo medico che conosce questo scenario e potrà valutare l’approccio giusto per gestirlo!

La gestione delle problematiche di origine sessuale necessita di un approccio multidisciplinare. È un tuo diritto non solo curarti, ma anche poter godere di una buona qualità di vita e questa passa anche attraverso la cura della salute sessuale.

Per la gestione delle vampate di calore si può ricorrere a fitoestrogeni o estrogeni di natura vegetale. In caso di mancata efficacia, è possibile assumere venlafaxina, che tuttavia presenta un più ampio spettro di effetti collaterali.

Le artralgie6 e i dolori muscolari, invece, possono beneficiare di un’adeguata attività fisica e dell’agopuntura.

Per i disturbi legati alla menopausa un’attività fisica adeguata e l’agopuntura potrebbero essere di aiuto.

Se questo non dovesse essere sufficiente e bisogna ricorrere a una terapia con farmaci o integratori/preparati erboristici, consulta sempre il tuo medico prima di assumere qualsiasi terapia.

Per l’atrofia e la secchezza vaginale si può ricorrere all’uso di creme o ovuli a base di vitamina E, ceramidi e acido ialuronico, o all’uso della laser-terapia. L’uso di lubrificanti può essere utilizzato sia come terapia di base che come preparazione prima del rapporto sessuale. Qualora il problema fosse particolarmente grave, è possibile valutare la somministrazione per brevi periodi di estrogeni ad azione locale e quindi assorbiti limitatamente per via sistemica.

Attenzione!
Alcuni integratori o preparati erboristici potrebbero compromettere la terapia oncologica che stai assumendo o non essere indicati.

Parlane sempre prima con il tuo oncologo o consulta uno specialista del settore!
Fonti
  1. Clinton SK, et al. J Nutr. 2020;150(4):663-71.
  2. https://www.airc.it/ – Obesità e cancro.
  3. World Cancer Research Fund. Living an active life. Available online: https://www.wcrf.org/wp-content/uploads/2024/10/Activity-guide-2023.pdf [(accessed on January 2025)].
  4. Rugo HS, et al. Oncologist. 2021;26(1):e53-65.
  5. Common Terminology Criteria for Adverse Events (CTCAE). U.S Department of Health and Human Services, National Cancer Institute; 2009.
  6. ISPRO, allegato A. Percorso diagnostico terapeutico e assistenziale Medicina integrata per i malati oncologici.

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